Resilienza penitenziaria

Quante storie si intrecciano tra le mura di un carcere o di una casa circondariale? Di quanta e quale emotività si riempiono quei luoghi? Sono tante e diverse tra loro, ma tutte hanno un minimo comune denominatore tra di loro: sfiorano l’estremo. Sono estremizzate perché prive di compromessi e filtri, e questo accade su entrambi i lati delle sbarre. Negli corso degli anni, tanti e doverosi reportage fotografici hanno portato sotto i riflettori le difficili condizioni che i detenuti sono costretti a vivere. Qui, però, troverete un’altra storia. Il racconto fotografico che vi apprestate a osservare non vuole in alcun modo sostituire o correggere il tiro su quanto già conoscete, ma vuole cercare di allargare il campo visivo della realtà carceraria ed esserne quindi complementare. Se il carcere non è un ambiente facile per i detenuti, spesso non lo è nemmeno per il personale che lavora. È possibile approfondire la psicologia e la sensibilità del personale? Quanto può essere condizionante questo particolare ambiente di lavoro? Può portare disincanto o a maggiore consapevolezza della proprio sfera personale? Su quali aspetti preme di più il peso della responsabilità?